Santa Marta

Foto di Antonella Iovino

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Nel Cristo morto, opera tra le più intense di Mantegna, all’osservatore è offerta la visione ravvicinata delle ferite ai piedi e alle mani resa con tale minuziosa precisione da suscitare quella che viene definita come affectum devotionis: una tendenza pittorica incline a rendere l’immagine religiosa al devoto, spesso in maniera perturbante.

In questo orizzonte si muove Antonella Iovino, fotografa veronese di rara sensibilità che, utilizzando la concezione di dispositivi di questo tipo, la traspone dalla pittura alla fotografia. Dalla figura all’architettura. Il dettaglio della rappresentazione vi gioca, di fatto, un ruolo rilevante orientando lo spettatore verso un pathos mai veramente celato o anche solo trattenuto ma, al contrario, volutamente offerto in tutta la sua intensità. L’architettura in questione è rappresentata dall’ex gallettificio militare della Caserma Santa Marta.  Negli scatti in bianco e nero della Iovino l’edificio, cadente e lasciato andare all’incuria del tempo, è fotografato con uno sguardo che indaga, che va in profondità in una nuova possibilità di scansione dei piani interpretativi. Prevalendo sempre l’idea della massima vicinanza tra ciò che l’obiettivo coglie e l’osservatore in un avvicinamento che contribuisce ad una drammatizzazione del rapporto. Si perché la fotografia della Iovino è contrassegnata da una sorta di “doppio gioco” in cui gli spazi presi in esame sono privati del loro uso legittimo e comune per ottenere nuove verità che, in maniera diversa, si riversano in chi guarda investendo la sfera emotiva personale. Come a dire che le stanze desolatamente vuote, le scale chiuse in un proprio ossessionante labirinto e le finestre che ricevono luce in modo appena percettibile, siano, in una moltiplicazione di miseria, un’instabilità di quella gravitas di fatto non sempre nostra vocazione. Ciò che questa fotografa ci offre, in modo così sottile ed abile è, a mio avviso, un punto di fuga situato oltre le normali convenzioni prospettiche che proprio nella brutalità visita del dettaglio deformante la realtà, nella quasi oscena ostentazione del particolare in primo piano, ci offre tuttavia un rigore ed una coerenza così stringenti e struggenti da permetterci un nuovo passaggio. Nella mancanza di congestione di luce ed ombre, ognuna sapientemente distribuita sul piano dell’immagine, il caos è assente così come l’armonia fittiziamente ottenuta. Ciò che mirabilmente resta, nella fotografia della Iovino, è l’intenzione di un nuovo ordine che, smussando ogni irregolarità, concilia le differenze. Restituisce il significato al significante. Ogni riflesso alla fascinazione della verità ritrovata.

 

 

 Paola sei preziosa come una Gemma Gianni Mattera

Antonella Iovino

nasce a Livorno, in Toscana. All’età di quindici anni inizia a fotografare. Frequenta il Liceo Artistico Statale di Verona e, dopo le prime esperienze con la camera oscura, acquista la sua prima reflex, una Canon AE-1. Vive a Verona con il marito Giorgio e i tre figli. Frequenta il corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università di Verona; la fotografia sarà oggetto di approfondimento nella sua tesi di laurea con una dissertazione sul Biopic cinematografico.

 

Partecipa a Workshops importanti quali:

 

FACE TO FACE, Workshop fotografico con Matthew Jordan Smith

METAMORPHOSIS, Workshop fotografico con Daniel Lee

What a Reportage is?, Workshop fotografico con Francesco Cito

ART AND FASHION, Workshop fotografico con Sham Hinchey

DISCOVERING VERONA, Workshop fotografico con Brooks Walker

SHOOTING SPORT, Workshop fotografico con John McDermott

INDOOR FAIRY, Workshop fotografico con Maurizio Marcato

MAGIC REALISM, Workshop fotografico con Jean-Sébastien Monzani

TOUR FOTOGRAFICO IN ISLANDA, Workshop fotografico con Brooks Walker

VISUAL PERCEPTION AND FINE ART, Workshop fotografico con Umberto Stefanelli FOTOGRAFIA DOCUMENTARIA E NARRATIVA, IL PROGETTO A LUNGO TERMINE, Workshop fotografico con George Georgiou & Vanessa Winship

 

 

È presente in diverse attività ed associazioni:

2009 – Verona, Palazzo della Ragione. Onirica Festival,

2010 – Concorso Mother Water, opera seconda classificata.

2011 – Barcelona (SP), Fundación Caja Madrid, Mostra DOMESTIC.

2011 – Verona, Sito Monumentale di Porta Vescovo, Mostra di Fotografia e videoistallazioni “Veronette”, con Ambrosi, Beltrame, Blagojevic, Longo. Associazione Dèsegni Verona

 

 

 

Antonella Iovino è presente su:

http://www.flickr.com/photos/cainooo/sets/

 

 

Paola Casulli

Autore Paola Casulli

Paola Casulli è nata a Ischia. Isola che lascerà già dopo pochi mesi per seguire il padre, ammiraglio della Marina Militare, in viaggio per Italia e all’estero. Trascorre la sua infanzia e la giovinezza a contatto con le più diverse culture, lingue, usi e costumi, ma lontano dalla sua terra natia. Tanto che, proprio la sua vena poetica, nasce e si nutre di questa esperienza multiforme ma soprattutto, dalla volontà di riscoprire le sue origini perdute a causa proprio del precoce abbandono della sua isola. Sarà forse quella incoercibile forza travolgente della ricerca risolta alla conoscenza sia trascendentale che immanente, che la porta a conseguire studi teologici. Dotata di temperamento artistico, sperimenta le arti figurative approcciandosi con estro fecondo alla pittura, così come all’attività teatrale cimentandosi in esperienza di recitazione. Formatasi sulle letture dei classici greci e latini e sulla letteratura anglosassone e americana di tutti i tempi, approda alla pubblicazione di due libri in cui convergono i molteplici stimoli culturali e artistici. “Ad Ischia, mia Itaca”… è la dedica che apre l’ opera del suo felice esordio editoriale - Lontano da Itaca - pubblicato nel 2009 con la Pentarco edizioni di Torino. ‹ Due isole che, per incanto, accomunano due vite parallele e che vedono nell’Eroe greco e in Paola Casulli un binomio perfetto laddove s’intersecano i destini e le aspettative di coloro che sono alla ricerca, quasi spasmodica, di certezze e di identità ›. ‹ Il mare quale topòs che come il liquido amniotico, rimanda alla madre generatrice, diviene l’elemento fondamentale di questa incredibile odissea antica-moderna e da cui tutto genera e tutto ritorna, l’alfa e l’omega della palingenesi dell’essere umano› - Claudia Formigoni in Sìlarus - La pubblicazione, poemetto in dieci canti ed un epilogo, ‹ in cui liricità e drammaturgia si fondono, dando vita ad un linguaggio dalla vibrante intensità ›, nasce all’insegna di quella dote specifica dell’autrice detentrice, come scrive Giuseppe Nasillo nella Presentazione, ‹ di una incisiva forza aforismatica, in cui si accompagna un linguaggio tanto personale quanto liricamente vibrante ›. ‹ Il turgore del verso, la musicalità dell’espressione, la partecipazione profonda, fanno della Casulli un ispirata coordinatrice di stati d’animo, in cui il dramma, la pena, l’attesa, talvolta lo strazio e il dolore, si intridono di quell’ineluttabile, avvolgente alone di fatalità, di cui sono artefici l’imprevedibilità della sorte e l’imponderabile forza del destino ›. - Rosario Altomonte - L’ antico amore della poetessa per il teatro e la struttura stessa di Lontano da Itaca, che presenta l’assetto della classica tragedia greca, farà si che il poemetto verrà proposto in teatro in un atto unico, riscuotendo successo, ‹ dove il Coro, in tutta la sua drammaticità, diviene testimone interagente delle ataviche vicissitudini antropologiche dettate dal fato› . Mundus Novus, edito dalla Del Leone - Venezia - è la seconda pubblicazione di Paola Casulli. Ancora una volta ‹ La costante presenza del mare. Un mare invernale, deserto che sparge relitti sulla misteriosa solitudine della spiaggia, e che è percorso da onde corpose di buio, che si configura infine come qualcosa che valica i confini dello stato d’animo e della confessione individuale, per articolarsi nella scarna semplicità di un linguaggio ove i termini si fanno parole quanto più intensa è la pena che li muove e li ravviva ›. ‹ Non escludendo quella oggettivazione che rimane la misura del grande impegno - morale e poetico - di Emily Dickinson, e che mi sembra presente con amore e con estremo pudore, nelle poesie di Paola Casulli, poesie dal linguaggio così corposo nel suo lessico, così ricco di nudi scatti nella sua sintassi› . Dalla prefazione di Rudy de Cadaval Paola Casulli attualmente vive a Verona. Molte sue composizioni sono state ospitate da rassegne di letteratura - arte - attualità e periodici culturali come Silarus, La Bottega, Il Convivio, La Procellaria, Pomezia notizia di Domenico De Felice, Percorsi D’oggi di Giuseppe Nasillo, Sentieri Molisani di Antonio Angelone. Fonda l’ associazione culturale Incanto Errante, e organizza laboratori di poesia e lettura poetica presso la libreria PAGINA 12 di Verona

1 commento
  1. Complimenti Antonella, dalle foto dimostri (mi permetto di darti del tu) una spiccata sensibilità artistica, affinata dalla tua lunga esperienza fotografica. Le tue foto hanno un’anima e ben riflettono il tuo intento fotografico. Davvero complimenti.
    Anche io ho da pochissimo una Canon AE-1 (dono di un mio parente) oltre che una Nikon Fg e mi appresto ad utilizzarle, in modo tale da coniugare l’utilizzo dell’arte digitale con quella analogica. Ancora complimenti.
    Ivano Di Meglio

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