Foto di Gino Di Meglio

Qui la foto grande pixel 1300

pellicola 4×4 kodak t-max 400 esposta a 320 ISO e sviluppata in PMK Pyro, ombre in ZIV

Gino

Scogli e mare

Approfitto ( come altre volte e con altri bravissimi Autori) di questa stupenda immagine di Gino Di Meglio per esternare e chiarire un pensiero non solo mio ma anche di alcuni Autori del blog, che nel gruppo avevano scherzosamente lanciato una provocazione. ” Scogli mare, mare scogli, ma si fotografa solo questo ?? ” 🙂

Io ho parlato in privato con loro e vi assicuro che non era assolutamente una posizione di rifiuto e di non piacevolezza verso questo genere si scatti, ma una scherzosa  provocazione ad osare Fotograficamente con la sperimentazione.

Lo dico in quanto il primo colpevole sono io 🙂 si scogli mare, mare scogli, li adoro 🙂  era importante chiarire quei post nel gruppo.

Aggiungo per esperienze personali, che ci sono periodi in cui si ha voglia di un sol genere. Nel mio percorso fotografico ho avuto periodi di soli gabbiani, seascape, scatti rubati o notturne. La nostra è passione e non lavoro, se ho voglia scatto solo gabbiani l’importante e riprenderli con dignità.

Ecco dei semplici scogli di Gino, semplici e banali ma mio personale gusto trovo che sia riuscito a renderli bellissimi visti nel contesto fotografico.

Un bianco e nero perfetto, dove la totale gamma tonale perfettamente leggibile rende profondo e tridimensionale il frame, accompagnato da un dettaglio e nitidezza stupendo che lo esaltano in tal senso. non in ultimo la scelta compositiva che armonizza il frame. Ma la chicca a mio avviso sono quelle punteggiature bianche 🙂 Bellissime

Ora dico saranno semplici scogli, ma sono da arredo in una bella casa, o mi sbaglio ??? Anzi se è così ben lieto in giuste motivazioni.

Questo è il mio pensiero che non è assolutamente una sviolinata a Gino ma un mio piacere personale nel ammirare questo genere di scatti che realizzano molti altri Autori del blog.

Gino scusami per la lunghezza.

Gianni Mattera

Autore Gino Di Meglio

Fotografia analogica.

4 Commenti
  1. Ciao Francesco e Grazie per l’apprezzamento.
    Il mio sottolineare la validità ripetitiva di un genere non voleva essere uno schernire me stesso, era un’ironica e scherzosa risposta ai miei amici 😉 . Forse non mi sono spiegato bene , ma coincide con quanto hai detto. Cercavo di sdrammatizzare alcune frasi dette sul gruppo fecebook 🙂 Chiaramente la ripetitività ha valore con scatti almeno dignitosi se non meravigliosi, per tecnica ed emozione.
    Mi sono avvicinato alla fotografia da non molto tempo, e non ho avuto la fortuna di iniziare con la pellicola ed emozionarmi con il parto della camera oscura. Ma capisco e condivido quanto dici grazie a Gino che più di una volta mi e ci ha invitati a casa per farci vivere quella emozione del parto fotografico. Ho visto le 50×60 di Gino e so bene cosa intendi ( tutta un’altra cosa che al monitor), mi trovi pienamente d’accordo. Ma il web rimane un mezzo fulmineo per raggiungere tutto e tutti, non regalandoci le stesse emozioni della stampa ma meglio di niente è. Voglio avvalorare quanto dici riguardo il digitale per mia diretta esperienza. Avevo fatto uno scatto ad un gabbiano veramente bello e intenso, postproduzione poco attenta con Photshop e dopo un mese la stampai 🙂 una schifezza 🙂
    Da allora ogni mia foto viene vista in funzione della stampa, anche se ne ho fatte poche, ma ho imparato. Gino sa bene e conferma che fu la prima persona che interpellai quando preparai la mia prima mostra a Palermo. Chi ama la fotografia anche se usa il digitale, deve necessariamente volgersi indietro e guardare la vera Fotografia, che non è qui in questi pixel che molte volte sono bugiardi . Grazie Franco sarei felice di vedere tuoi lavori qui

  2. Grazie, Gianni. condivido appieno il ragionamento di Franco, che ringrazio per gli apprezzamenti. è vero: è bello leggere di fotografia!

  3. mi piace molto il tuo appassionato, appunto, intervento. nel fotografare chimico, col piacere di maneggiare pellicole 4×5, l’odore del rivelatore, la puzza del fissaggio, la seccatura del lavaggio, c’è un’innegabile ed inevitabile risvolto tecnico difficilmente però apprezzabile in questi contesti, al monitor. leggere i 50×60 di gino a 50 centimetri di distanza è piacere per gli occhi e per l’anima, ma l’immagine prodotta è forma, non contenuto, per cui BEN VENGANO le ripetizioni e la cosiddetta ‘monotonia’ degli argomenti per la quale sembri schernirti. al contrario ! è la strada per possedere un genere, un argomento. le opere di gino sono belle, e lo sarebbero anche se scattate con una instamatic (impossibile !!). grazie a tutti per la passione profusa, è bello vedere e leggere di fotografia qui ad ischia.

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