Gino ed il gabbiano

IO ED IL GABBIANO

un pomeriggio d’inverno a Palmarola dopo una battuta di pesca, trovai un uovo di gabbiano sugli scogli, lo raccolsi e lo covai per tutta la notte tra le gambe al caldo; venni beffeggiato e deriso dai rudi compagni di viaggio, tutti pescatori e cacciatori, veri uomini, che mi consideravano un povero imbelle! al mattino l’uovo schiuse ed uscì il pulcino, e naturalmente svegliai tutto l’equipaggio che era a bordo con me; come d’incanto i rudi pescatori e veri uomini, si trasformarono in affettuose balie, tutti a pescare all’alba, per rifocillare il neonato . Ho tenuto con me il gabbiano libero sul balcone di casa; aveva imparato a riconoscere l’autovettura di mia madre che, al ritorno dal mercato, gli portava le alici da mangiare. D’estate lo portavo con me a mare con il mio gozzo. Appena ormeggiati spiccava il volo e rientrava quando mettevo di nuovo in moto il motore del gozzo. Un giorno però volo via dal gozzo e non tornò più. Nei giorni successivi ebbi occasione di scorgerlo perchè volava basso sul gozzo quando arrivavo nella baia dove ero solito ormeggiare. sapevo che era vivo e libero e questo mi bastava.

La foto è la scansione di una mia vecchia fotografia perché non sono riuscito a trovare il negativo.

Autore Gino Di Meglio

Fotografia analogica.

6 Commenti
  1. Veramente una bella storia, bello anche il documento fotografico.
    Un caro saluto a voi ed alla vostra bella isola…
    Gianfranco

  2. Devo dire e’ stata davvero una bella esperienza! Grazie ragazzi 🙂

  3. Giorgio quello che farò con mio figlio, hai perfettamente ragione .
    Stupenda

  4. Gino questa storia è di una bellezza disarmante… da brividi!!
    Da raccontare ai bambini, sembra una favola!!
    Complimenti!!

  5. Gino
    un’esperienza di vita unica e rara. Invidio questi tuoi momenti vissuti in simbiosi perfetta con la natura. Ti ringrazio che ci hai concesso di condividere questa storia stupenda. Onorevole e degno di Nobile sensibilità il tuo Amore verso Madre Natura.
    Compimenti

  6. Una bella avventura, grazie Gino per aver condiviso con noi questa storia

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